Il 22 settembre 2014, Samira Saleh Al-Naimi è stata giustiziata pubblicamente nella città di Al Mosul, in Iraq, dai militanti appartenenti al gruppo dell’ISIS. Samira Saleh Al-Naimi era una nota avvocata che si batteva per la difesa dei diritti umani, conosciuta e molto stimata per le sue attività che comprendevano la difesa dei detenuti e la lotta contro la povertà. La donna è stata prelevata la scorsa settimana dalla sua abitazione di Al Mosul, dopo aver criticato sui social network le azioni di devastazione e distruzione portate avanti dall’Isis contro santuari e antiche moschee. È stata torturata per cinque giorni prima di essere giustiziata in piazza da un plotone di esecuzione di uomini mascherati e armati. Il suo cadavere è stato abbandonato sulla strada e ci sono voluti tre giorni prima che la notizia si diffondesse. L’esecuzione è avvenuta dopo che un “Tribunale della Sharia” (una della corti islamiche che applicano la Sharia) l’ha condannata per l’abbandono dell’Islam.