Giovedì 24 febbraio l’esercito Russo ha invaso l’Ucraina e dato avviò ai bombardamenti a Kiev e nelle città nella regione del Donbass.  L’Unione forense per la tutela dei diritti umani esprime profonda solidarietà al popolo ucraino in queste ore così drammatiche.

Kiev si è svegliata con il suono delle sirene d’allarme. La popolazione è divisa tra chi ha optato per l’esodo, attraverso lunghe code di auto nei luoghi di possibile fuga, e tra chi ha deciso di rifugiarsi in “bunker” improvvisati sparsi nella città. Nel giro di poche ore l’esercito russo ha neutralizzato la contraerea ucraina e chiuso lo spazio marittimo alle navi occidentali.

La nostra associazione, che da oltre 50 anni opera a presidio della tutela dei diritti umani, è sinceramente preoccupata per il grave pericolo di vita in cui incorre la popolazione civile.

In queste oscure ore, in cui l’ombra della guerra torna sul continente europeo, ci troviamo di fronte a un atto di aggressione da parte del governo russo in violazione dell’art. 2, par. 4 della Carta delle Nazioni Unite, il quale afferma che “ i membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite”.

Ribadiamo l’esigenza imminente ed urgente di preservare i principi posti a fondamento dello Stato di diritto. Di fronte alla gravissima iniziativa adottata dal leader russo, l’inasprimento delle misure sanzionatorie preannunciato dalla Presidente della Commissione dell’Unione europea, Ursula Von der Leyen, risulta parzialmente efficace. Fondamentale è la ripresa del dialogo diplomatico e il rispetto del diritto internazionale.