L’Unione forense esprime sgomento e sdegno per il ripetersi di condanne di colleghi avvocati e di difensori dei diritti umani turchi.

Lunedì 25 aprile 2022, la Corte d’Assise di Istanbul ha condannato tutti gli imputati del processo relativo alle proteste di Gezi Park del 2013, le più grandi mai organizzate contro il governo del presidente Erdoğan. In particolare, insieme a Osman Kavala, ritenuto il principale responsabile delle proteste e per questo condannato all’ergastolo, il Collega Avvocato Can Atalay anche e altri sette imputati – Ali Hakan Altınay, Yiğit Ali Ekmekçi, Tayfun Kahraman, Çiğdem Mater, Mine Özerden e Mücella Yapıcı – sono stati condannati a 18 anni di reclusione in quanto ritenuti responsabili di aver tentato di rovesciare il governo turco con la forza, attraverso l’organizzazione delle proteste.

Per gli osservatori internazionali, si tratta di uno degli esempi più eclatanti dell’assenza di un sistema giudiziario indipendente e imparziale in Turchia. Tra l’altro, il verdetto è in contrasto con una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 10 dicembre 2019, che aveva ritenuto che le accuse e le prove contro Osman Kavala prive di un solido fondamento, oltre che politicamente motivate. Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha cercato, senza successo, di far rispettare la sentenza della Corte EDU ed ha per questo avviato una procedura contro la Turchia per l’adempimento della sentenza ai sensi dell’articolo 46 CEDU, circostanza verificatasi per la seconda volta nella storia della Corte di Strasburgo.

 

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