di Antonietta Confalonieri

Working together for Human Rights – at all times and in all place”, questo è il messaggio con il quale il Consiglio d’Europa ha celebrato la promulgazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ormai 72 anni fa.

Il 10 dicembre 2020 Marija Pejčinović Burić (Secretary General), insieme a Michael Roth (Committee of Ministers), ha ricordato che la Dichiarazione Universale è la pietra miliare per la protezione dei diritti umani, che, a partire dalla sua adozione, ha guidato costantemente l’azione del Consiglio d’Europa. Tuttavia, nonostante i risultati raggiunti in questi decenni, è tutt’oggi necessario difendere i diritti umani “in ogni momento e in ogni luogo”, non solo nella giornata celebrativa.

In chiusura del suo messaggio, la Segretaria Generale ha portato l’attenzione al fatto che qualsiasi politica vincente in materia di diritti umani deve stare al passo con i cambiamenti. L’innovazione tecnologia è inarrestabile e offre nuove prospettive. Il progresso tecnologico produce un impatto positivo per il futuro della collettività, fermo restando che i diritti umani sono universali e vanno garantiti anche nel mondo digitale. Dalle parole di Marija Pejčinović Burić, emerge un espresso richiamo ai rischi di discriminazione connessi all’uso della intelligenza artificiale (AI).

A questo proposito vanno segnalati i recenti lavori del CAHAI – ad hoc Committee on Artificial Intelligence. In particolare, la ricerca “Feasibility study on AI legal standards adopted by the CAHAI” resa nota il 17 dicembre 2020, che si aggiunge alla pubblicazione “Towards Regulation of AI Systems.  Global perspectives on the development of a legal framework on Artificial Intelligence (AI) systems based on the Council of Europe’s standards on human rights, democracy and the rule of law.” I documenti sono disponibili al link https://www.coe.int/en/web/artificial-intelligence/cahai.