di Roberta Pierobon

Il Consiglio dei diritti dell’uomo dell’Onu ha deciso di avviare un’inchiesta internazionale sulle violazioni dei diritti umani commesse nei territori palestinesi occupati e in Israele dal mese di aprile 2021. Nel dibattito tra Israele e Hamas sono emerse anche accuse all’Italia per la” vendita di armi a Israele”.

Nel resoconto della discussione in seno al Consiglio dei diritti umani viene affermato che: “E’ inconcepibile che Stati tra cui gli USA, Germania e Italia forniscano ancora armi e assistenza militare al governo israeliano, nonostante il chiaro rischio di gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario”.

L’inchiesta che dovrà partire ha anche l’obiettivo di indagare le “cause profonde” delle tensioni tra palestinesi e israeliani. La risoluzione – approvata con 24 voti favorevoli, 9 contrari e 14 astenuti – è stata adottata nel corso di una riunione straordinaria del Consiglio, richiesta dal Pakistan, in qualità di coordinatore della cooperazione islamiche, e dalle autorità palestinesi.

Il premier Netanyahu ha definito la decisione “vergognosa”, perché “si tratta di un altro esempio dell’aperta ossessione anti Israele da parte di questo organo delle Nazioni Unite”.

Il Ministro degli Esteri di Tel Aviv ha dichiarato che “non collaborerà” con la commissione Onu per l’inchiesta sulle violazioni dei diritti umani.

Gli USA hanno espresso rammarico per la decisione del Consiglio per i diritti umani dell’Onu. “La mossa odierna rischia piuttosto di minare i progressi fatti” verso la pace, si legge in una nota divulgata dalla missione americana a Ginevra. Washington, che è membro osservatore senza diritto di voto nel Consiglio per i diritti umani dell’Onu (Donald Trump aveva ritirato gli USA nel 2018 sostenendo che il panel avesse preso di mira Israele), non è intervenuta durante la speciale riunione che ha approvato la risoluzione presentata dall’Organizzazione della cooperazione islamica.