Di Federico Cappelletti

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha varato una nuova strategia di trattazione dei ricorsi pendenti con un approccio più mirato verso quelli ritenuti “d’impatto” potenzialmente fondati, rafforzando, così, la policy sulle priorità adottata nel 2009 e modificata nel 2017. 

Come noto, l’attuale strategia di priorità stabilisce sette categorie di ricorsi che vanno dai più urgenti (categoria I) a quelli residuali (categoria VII).  I ricorsi che rientrano nelle categorie I-III sono trattati dalla Corte con sentenze o decisioni adottate principalmente dalla Grande Camera o dalle Camere di sette giudici, mentre quelli ripetitivi o manifestamente inammissibili delle categorie V-VII vengono trattati rapidamente grazie a vari meccanismi di filtraggio ed ai nuovi metodi di lavoro adottati con la riforma di Interlaken.

Tuttavia, ad oggi, pendono circa 17.800 ricorsi potenzialmente fondati della categoria IV che non riguardano i c.d. “core rights” (artt. 2, 3, 4, 5 § 1 CEDU) e per i quali la Corte impiega in media 5-6 anni per addivenire ad una decisione. Tra questi ricorsi di categoria IV, una certa percentuale può sollevare questioni molto importanti di rilevanza per lo Stato convenuto e/o per il sistema della Convenzione nel suo complesso e, quindi, giustificare un trattamento più rapido del ricorso, ragion per cui saranno, ora, identificati e contrassegnati come casi “d’impatto” in una nuova categoria IV-High (Alta Priorità). Questi i criteri per identificarli: l’esito del ricorso potrebbe portare a una modifica o a un chiarimento della legislazione o della prassi internazionale o nazionale; il ricorso afferisce a questioni morali o sociali; il ricorso riguarda una questione emergente o comunque significativa in materia di diritti umani. Qualora uno qualsiasi di questi criteri risulti soddisfatto, la Corte potrà considerare se il ricorso abbia avuto una significativa copertura mediatica a livello nazionale oppure sia politicamente sensibile. Attualmente sono stati individuati come rientranti in questa categoria circa 650 ricorsi.

La nuova strategia ha due obiettivi principali ed interconnessi, come evidenziato dal Presidente Robert Spano al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 17 marzo scorso. In primis, mira a garantire che i ricorsi prioritari delle categorie I-III e quelli di recente classificati come “d’impatto” nella categoria IV-High siano identificati, trattati e giudicati dalla Corte più rapidamente attraverso un maggiore dispiegamento di risorse della Corte ed un rigoroso monitoraggio interno. In secondo luogo, vuole assicurare una produttività equilibrata attraverso una maggiore standardizzazione e razionalizzazione della trattazione dei ricorsi di categoria IV non ritenuti “d’impatto”, sfruttando i metodi di lavoro e gli strumenti informatici esistenti. Di conseguenza, e nella misura del possibile, questi ricorsi saranno trattati dalla Corte nel modo più efficiente possibile in comitati di tre giudici, continuando con l’efficace applicazione della strategia WECL e sviluppando ulteriormente la procedura WECL Fast-Track.  L’obiettivo è quello di assicurare che il successo della Corte sia misurato non solo in termini numerici, ma, cosa più importante, con riferimento alla decisione dei ricorsi che affrontano questioni giuridiche di fondamentale rilevanza per lo Stato convenuto e per il sistema della Convenzione in generale.