Si è tenuto dal 22 al 27 ottobre a Parigi il Congresso mondiale della Fédération Internationale pour les Droits Humains (FIDH) che festeggia quest’anno il centenario dalla sua fondazione, avvenuta nel 1922.

Quale membro affiliato della FIDH, l’Unione forense per la tutela dei diritti umani (UFDU), ha partecipato al Congresso con il suo Presidente, l’Avv. Prof. Anton Giulio Lana, e con l’Avv. Alessio Sangiorgi, membro del Comitato direttivo.

Nata in risposta ai tragici eventi verificatisi durante la Grande Guerra al fine di favorire lo sviluppo di un mondo più giusto ed equo, la FIDH ad oggi racchiude al suo interno 192 associazioni provenienti da ogni parte del mondo che si occupano della tutela e della difesa dei diritti umani.

La FIDH rappresenta ad oggi la più antica organizzazione non governativa che si occupa di diritti umani. Come noto, nel 1948, due dei rappresentanti più significativi dell’associazione, René Cassin e Joseph Paul-Boncour, hanno partecipato alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti umani adottata nel dicembre di quell’anno dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Secondo il suo spirito fondativo, la trasformazione delle società è innanzitutto responsabilità degli attori locali. Le sue attività mirano dunque a rafforzare la capacità di azione e l’influenza delle associazioni consorelle, ed è per questo che la FIDH agisce a livello regionale, nazionale e internazionale a sostegno delle organizzazioni affiliate e dei partner per porre rimedio alle situazioni di violazione dei diritti umani e consolidare i processi di democratizzazione. Il suo lavoro è rivolto principalmente verso gli Stati ma anche nei confronti di altri detentori di potere, come i gruppi armati di opposizione e le imprese multinazionali. La FIDH ha inoltre esteso il suo raggio d’azione alle organizzazioni partner locali e sta sviluppando alleanze con altri attori del cambiamento.

Tra gli eventi più importanti della storia della FIDH, oltre alla menzionata partecipazione alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti umani nel 1948, si ricorda l’attività di sensibilizzazione e advocacy per la creazione della Corte penale internazionale; il sostegno alle vittime dei genocidi ruandese e cambogiano e alle vittime dei criminali di guerra siriani; la resistenza agli abusi antidemocratici di Russia e Cina e di altri Paesi che non rispettano i diritti fondamentali; il sostegno alle comunità colpite da rischi ambientali in Brasile, Cile, Italia ed Ecuador; la mobilitazione incessante sui principali processi internazionali e sulle pietre miliari della giustizia internazionale.

Le celebrazioni per il centenario sono iniziate nel mese di maggio e hanno visto svolgersi durante il corso dell’anno diversi incontri e seminari tenuti da importanti figure accademiche, membri della FIDH e altri rappresentanti delle realtà che lottano per la promozione e la tutela dei diritti umani.

Al congresso del centenario a Parigi si sono incontrati più di 150 partecipanti tra funzionari europei, attivisti e membri della società civile provenienti da tutto il mondo per discutere dei temi più urgenti che riguardano il nostro presente ma soprattutto il nostro futuro come la tutela dei diritti umani all’interno della crisi climatica, il crescente livello di povertà mondiale, l’universalismo dei diritti umani in relazione alla diversità dei popoli, le questioni di genere, per citare solo alcuni dei temi che sono stati trattati durante il Congresso.

La necessità è quella di ripensare i diritti e il modo in cui li viviamo per riuscire a coordinarli con le esigenze del nostro pianeta: invero, si avverte sempre più pressante il bisogno di costruire alternative valide a quello che è l’attuale assetto mondiale. In questo ambito la FIDH ha presentato anche il suo manifesto per delineare quelli che sono gli obiettivi da raggiungere e le sfide da vincere per prossimi 100 anni di attività.