di Sabrina Izzo

In seguito all’aggressione delle truppe russe ai danni dell’Ucraina il 24 febbraio scorso, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa reagiva tempestivamente adottando una decisione per cui la Federazione russa veniva sospesa da gran parte dei suoi diritti di rappresentanza in seno al Comitato dei Ministri e all’Assemblea Parlamentare, ai sensi dell’art. 8 dello Statuto del Consiglio stesso in data 25 febbraio 2022.

Quanto riportato rappresentava la prima battuta di un delicatissimo processo politico che proseguiva con l’annuncio del Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov del ritiro ufficiale di Mosca dal Consiglio d’Europa. La motivazione fornita concerneva la circostanza per cui gli Stati europei e della Nato presenti all’interno del Consiglio avrebbero tramutato quest’ultimo in un vero e proprio strumento anti-Russia.

Il 14 e il 15 marzo 2022 si teneva una seduta straordinaria dell’Assemblea parlamentare (PACE), al termine della quale quest’ultima concludeva che la Federazione russa non potesse più far parte del Consiglio d’Europa. In tale data l’Assemblea adottava un parere con cui invitava il Comitato dei Ministri a chiedere alla Federazione Russa di ritirarsi immediatamente dall’Organizzazione. Nell’eventualità di mancata soddisfazione della richiesta, l’Assemblea suggeriva al Comitato dei Ministri di stabilire la data a partire dalla quale la Federazione Russa avrebbe cessato di essere membro dell’Organizzazione.

Infine, nella riunione straordinaria del 16 marzo 2022 il Comitato dei Ministri decideva l’espulsione della Federazione Russa dal Consiglio d’Europa con effetto immediato nel contesto della procedura avviata ai sensi dell’articolo 8 dello Statuto del Consiglio d’Europa. L’espulsione veniva successivamente annunciata dal presidente dell’Assemblea, Tiny Kox, che descriveva la scelta come dolorosa ma necessaria.

Da ultimo, il 23 marzo scorso il Comitato dei Ministri adottava una risoluzione in merito alle conseguenze finanziarie e giuridiche dell’espulsione di Mosca dal Consiglio.

In un contesto così delicato, anche la Corte internazionale di giustizia si è espressa riguardo la condotta russa. Nella stessa data e nell’ambito del caso riguardante le “Allegations of Genocide under the Convention on the Prevention and Punishment of the Crime of Genocide” (Ucraina c. Federazione Russa), la Corte ha approvato alcune misure provvisorie a carico di Mosca: nello specifico, ha richiesto alla Russia di sospendere le operazioni militari avviate il 24 febbraio ultimo scorso sul territorio ucraino con effetto immediato. Il comunicato stampa relativo alle misure richiamate è disponibile su https://www.icj-cij.org/public/files/case-related/182/182-20220316-PRE-01-00-EN.pdf.